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START UP – cosa pensi di sapere?

Startup: Significato, Metodi e Fattori di Successo

Cos’è una Startup?

Una startup è un’impresa di nuova costituzione che mira a sviluppare un modello di business scalabile e ripetibile, spesso in un contesto di grande incertezza. Le startup sono solitamente caratterizzate da un’innovazione significativa, sia essa tecnologica, di processo o di mercato. L’obiettivo primario di una startup è la crescita rapida, piuttosto che il profitto immediato.

Caratteristiche Principali delle Startup

  1. Innovazione: Le startup cercano di risolvere problemi esistenti o di soddisfare bisogni non ancora indirizzati attraverso soluzioni innovative.
  2. Scalabilità: Il modello di business delle startup è pensato per poter crescere rapidamente senza che i costi aumentino proporzionalmente.
  3. Flessibilità: Le startup devono essere agili e capaci di adattarsi rapidamente ai cambiamenti del mercato e ai feedback degli utenti.
  4. Alto Rischio: L’incertezza è una componente intrinseca delle startup, con un’alta probabilità di fallimento ma anche la possibilità di successi significativi.

Il Metodo Lean Startup

Il metodo Lean Startup, introdotto da Eric Ries, è un approccio scientifico per creare e gestire startup, con l’obiettivo di farle crescere più rapidamente. Questo metodo si basa su alcuni principi chiave:

  1. Validated Learning (Apprendimento Validato): Utilizzo di esperimenti per testare ipotesi di business e apprendere dal feedback del mercato.
  2. Build-Measure-Learn (Costruisci-Misura-Impara): Ciclo continuo in cui le idee vengono trasformate in prodotti, misurate attraverso feedback degli utenti e migliorate costantemente.
  3. Minimum Viable Product (MVP): Versione minima del prodotto necessaria per iniziare a raccogliere feedback e validare le ipotesi di mercato.
  4. Pivoting: Cambiare direzione in modo significativo in base ai dati raccolti, mantenendo inalterata la visione di fondo.

FASI D'AVVIO

  1. Ideazione

    • Identificazione del Problema: Comprendere un problema significativo che necessita di una soluzione.
    • Ricerca di Mercato: Analizzare il mercato per valutare la dimensione del problema e identificare i potenziali concorrenti.
    • Generazione dell’Idea: Ideare una soluzione innovativa e valutare il suo potenziale di mercato.
  2. Validazione

    • Creazione dell’MVP: Sviluppare una versione base del prodotto per testare le ipotesi di mercato.
    • Test di Mercato: Lanciare l’MVP e raccogliere feedback dagli utenti reali.
    • Iterazione: Migliorare il prodotto in base ai feedback e affinare il modello di business.
  3. Costruzione

    • Sviluppo del Prodotto: Espandere l’MVP in un prodotto completo.
    • Costruzione del Team: Reclutare talenti chiave e creare una cultura aziendale.
    • Sviluppo del Business Model: Definire in dettaglio il modello di revenue e la strategia di go-to-market.
  4. Lancio

    • Strategia di Marketing: Pianificare e eseguire campagne di marketing per il lancio.
    • Scalabilità: Prepararsi per la crescita rapida, ottimizzando processi e infrastrutture.
    • Finanziamento: Cercare investimenti per supportare la crescita (seed funding, venture capital, ecc.).

Fattori Critici per il Successo di una Startup

  1. Team di Fondatori: Un team con competenze complementari e una forte coesione può fare la differenza tra successo e fallimento.
  2. Esecuzione: La capacità di implementare efficacemente idee e piani è cruciale.
  3. Adattabilità: La flessibilità nel rispondere ai cambiamenti del mercato e ai feedback degli utenti è essenziale.
  4. Network: Costruire relazioni con mentor, investitori e altri stakeholder può fornire supporto prezioso.
  5. Timing: Lanciare la startup al momento giusto, quando il mercato è pronto, può determinarne il successo.

Esempi di Startup di Successo

  1. Airbnb: Ha rivoluzionato il settore dell’ospitalità offrendo una piattaforma per affittare alloggi privati.
  2. Uber: Ha trasformato il settore dei trasporti con una piattaforma che connette autisti e passeggeri.
  3. Dropbox: Ha semplificato il cloud storage rendendo facile per gli utenti conservare e condividere file.

Avviare una startup è un processo complesso che coinvolge diverse fasi. Sebbene ogni startup segua un percorso unico, esistono modelli comuni che caratterizzano le fasi di vita di una startup di successo. Ogni startup si trova di fronte a sfide e opportunità uniche, ma comprendere le fasi generali della vita di un’azienda innovativa può aiutare gli imprenditori a prepararsi in modo più efficace per la crescita e il successo. Dall’idea iniziale alla realizzazione di un lancio di successo sul mercato o a un’uscita di scena, le fasi di vita di una startup offrono preziose lezioni. In questo articolo esploreremo l’intero ciclo di vita di una startup, dall’ideazione e pianificazione, fino alla crescita e oltre. Saranno esaminati i comuni ostacoli e le opportunità che si presentano in ogni fase, insieme a suggerimenti pratici per i fondatori e gli altri stakeholder sulla ricerca di finanziamenti, la gestione delle aspettative e l’affrontare al meglio le sfide legate al lancio e alla gestione di una startup.

CICLO VITA
DI UNA STARTUP

Fase 1 - Pre-seed e bootstrap

Questa fase rappresenta l’inizio del percorso di una startup, in cui il fondatore intraprende il viaggio verso la realizzazione della propria azienda. L’obiettivo primario di questa fase è quello di convalidare l’idea imprenditoriale. È il momento in cui si testa il mercato, si individuano i primi clienti, si sviluppano strategie di vendita e un efficace piano di marketing, e si traccia una roadmap per il prodotto. Tutto parte dalla validazione dell’idea stessa. Se l’idea si dimostra valida, si procede con il lancio del primo prototipo. In caso contrario, è necessario rivedere l’idea o persino abbandonarla fino a quando non suscita un reale interesse sul mercato. Come si può valutare il potenziale di mercato di un’idea innovativa? Semplice: se si registrano vendite, la startup ha il potenziale di crescere e merita di essere sostenuta finanziariamente. In caso contrario, è necessario apportare modifiche. Durante questa fase, la principale preoccupazione del fondatore è reperire i finanziamenti necessari per lo sviluppo del progetto.

Fase 2 - Sfiorando la Morte

Sfiorando la Morte: Un fenomeno cruciale che ogni aspirante imprenditore deve conoscere. Questo termine descrive il periodo critico nella vita di una startup in cui l’azienda ha iniziato a sostenere spese, ma non ha ancora generato entrate. La curva della valle della morte rappresenta il flusso di cassa negativo della startup, quando viene tracciato su un grafico. Durante questo periodo, l’azienda esaurisce il capitale iniziale fornito dagli azionisti o dai fondatori. Come si possono limitare i danni? Evitando, nelle prime fasi della vita della startup, qualsiasi spesa non direttamente collegata al marketing e alle vendite. Ciò significa nessuna assunzione, nessun ufficio, nessun acquisto, nessuna trasferta, nessuna segretaria, nessuna caratteristica fantastica del prodotto. In pratica, è assolutamente vietato sostenere qualsiasi spesa che non abbia come obiettivo la convalida dell’idea, la creazione di un MVP (Minimum Viable Product), la ricerca di potenziali clienti e la vendita dei primi prodotti. Questo fino a quando non si raggiunge il primo livello di finanziamento.

Fase 3 - Piantare i Semi

La fase di Seed rappresenta il secondo passo nel percorso di crescita di una startup. Durante questa fase, l’obiettivo principale è quello di stabilire una solida base per l’idea imprenditoriale in modo da entrare con successo nel mercato di riferimento. In pratica, il “seme” è stato piantato e la startup ha creato qualcosa di tangibile che, se curato e sviluppato, si trasformerà in un’azienda. Durante questa fase, la startup inizia a sviluppare prodotti o prototipi, a condurre ricerche di mercato e a creare un business plan vincente per convalidare il modello di business. Il fondatore deve valutare se il prodotto soddisfa l’interesse di un segmento di mercato, se ci sono margini di profitto e supporto per andare avanti in modo indipendente. Tipicamente, è in questa fase che arriva il primo finanziamento (Seed), che consente alla startup di stabilirsi e formare un team con l’inserimento di figure strategiche nei ruoli di marketing, comunicazione e commerciale. Gli obiettivi dei fondatori in questa fase includono la creazione di un Minimum Viable Product per acquisire i primi clienti e raccogliere i loro feedback iniziali, nonché il perfezionamento del modello di business per garantire la sostenibilità del progetto e generare profitti. Strumenti come il Business Model Canvas sono utili per strutturare un business plan solido. Durante la fase di Seed, i primi finanziatori entrano in gioco, tra cui business angels o angel investor, banche e crowdfunding. Inoltre, gli acceleratori di startup forniscono supporto agli imprenditori in fase di avvio, aiutandoli a trovare nuovi clienti, finanziare i loro progetti e sviluppare le loro idee. A questo punto, la startup è pronta per entrare nel mercato e prepararsi a passare alla fase successiva.

Fase 4 - Iniziazione e pre-op.

L’Early Stage (ES) di una startup è una fase particolarmente critica: molte startup falliscono proprio in questo periodo. Sebbene l’attività abbia registrato una crescita, acquisito nuovi clienti e generato profitti, è necessario iniziare a farsi conoscere per poter trovare gli investitori necessari a finanziare lo sviluppo futuro. Inoltre, è fondamentale ottenere feedback dal mercato al fine di definire e valutare il product-market fit, ovvero comprendere in che misura il prodotto soddisfi le esigenze del mercato. Tra le cause più comuni di fallimento c’è la possibilità che il prodotto non riesca a rispondere adeguatamente alle esigenze e ai desideri delle persone. Potrebbe risolvere alcuni problemi, ma non tutti, oppure potrebbe essere adatto solo a determinati utenti e non ad altri. Nel peggiore dei casi, il prodotto potrebbe non interessare a nessuno, configurando il cosiddetto “No Market Need”, responsabile del fallimento del 42% delle startup.

Fase 5 - Crescita iniziale

La startup entra in una fase di crescita consolidata, con il prodotto o servizio definito e in linea con la domanda di mercato. Il piano di marketing e il posizionamento strategico sono chiari, le vendite aumentano e l’azienda deve prepararsi a espandersi, crescere e scalare. È necessario investire nell’espansione del team, nella visibilità e nell’efficacia del reparto commerciale, avviare le vendite in modo professionale, rafforzare l’infrastruttura tecnologica e condurre campagne di marketing. A questo punto, sono necessarie ulteriori risorse per gestire un numero sempre maggiore di clienti. Durante questa fase, è comune che i venture capital intervengano con round di finanziamento di diversa entità e rischio. Il round di Serie A è tipico delle prime fasi dell’attività e generalmente comporta un finanziamento tra i 10 e i 20 milioni di dollari (in Italia, le cifre sono inferiori e variano tra 500.000 e 5 milioni di euro). Gli investitori che partecipano a questo round prediligono il maggior rischio-rendimento, poiché la probabilità di fallimento della startup è ancora elevata. Il round di Serie B mira a portare l’azienda oltre la fase di sviluppo, con un capitale medio stimato raccolto di circa 33 milioni di dollari (un terzo in Italia). In questa fase, l’azienda ha già sviluppato una base significativa di utenti e dimostrato la sua prontezza a crescere su scala più ampia, riducendo il rischio di fallimento e attirando un maggior numero di investitori meno inclini al rischio.

Fase 6 - Crescita percettiva

Se una startup raggiunge questa fase avanzata, significa che è giunta a maturità e che le sue prospettive di sopravvivenza sono molto elevate, simili a quelle di un’azienda consolidata. Le entrate aumentano in modo significativo, il fatturato cresce in modo esponenziale e le operazioni si stabilizzano. È il momento di massimizzare il valore della startup in vista di una exit o di un IPO. Durante questa fase, si verificano tipicamente round di finanziamento di tipo C e successivi. Le aziende che raggiungono il round di finanziamento C hanno già ottenuto un notevole successo e mirano a raggiungere obiettivi ambiziosi. Cercheranno finanziamenti aggiuntivi per sviluppare nuovi prodotti, espandersi in nuovi mercati o acquisire altre aziende. Gli investitori del round C sono particolarmente interessati alla scalabilità dell’azienda e puntano a una crescita rapida e di successo. Solitamente, una startup concluderà il suo percorso di finanziamento esterno con la Serie C. Tuttavia, alcune aziende possono proseguire con la Serie D e persino con cicli di finanziamento della Serie E, proiettandosi verso una crescita su scala globale. Auguro a te e alla tua startup tutto il successo possibile, anche se al momento questi scenari non sono ancora da prendere in considerazione.

Fase 7 - Exit (?)

In genere la exit è l’obiettivo dichiarato di tutti i soggetti che investono in startup: si realizza nel momento in cui soci fondatori e investitori vendono le quote della società in loro possesso al fine di realizzare un profitto.

Concetti base su cui basare una exit:

1. Studiare il processo di Exit e definire una strategia di exit

2. Ottimizzare il valore del business

3. Allineare gli interessi degli azionisti

4. Avere un approccio flessibile durante le trattative

5. Scegliere i giusti investitori

Abbiamo analizzato ora tutte le fasi che caratterizzano la creazione e lo sviluppo di una STARTUP.

Se hai un’idea ma non sai ancora come svilupparla

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    Social MARKETING, come orientarsi per non svanire

    Gestire le pagine dei social network della propria azienda in maniera efficiente è fondamentale Non è una cosa semplice poiché sono necessarie competenze di tipo comunicativo, capacità di scrittura che sia volta al coinvolgimento dell’utente, capacità grafiche e di realizzazione di video che siano accattivanti. Sono necessarie inoltre altre capacità di gestione della pubblicità effettuata sui Social, puntando sull’abbattimento dei costi.

    La gestione dei social network non viene effettuata alla stessa maniera in tutte le aziende e, pertanto, non è uguale per tutti i progetti di queste ultime. I social network non sono più considerati una cosa da poco, anzi assumono sempre più importanza. Essi possono diventare un vero e proprio strumento di vendita, talvolta anche il principale, grazie a piattaforme quali Facebook Ads e Linkedin Ads.

    Sono necessarie inoltre altre capacità di gestione della pubblicità effettuata sui Social, puntando sull’abbattimento dei costi. La gestione dei social network non viene effettuata alla stessa maniera in tutte le aziende e, pertanto, non è uguale per tutti i progetti di queste ultime.are.

    Ad esempio su Facebook basterà accompagnare la foto del prodotto che si intende sponsorizzare ad una didascalia, l’importante è che essa sia costituita da poche righe. Su Instagram invece la foto è accompagnata, oltre che da una didascalia descrittiva, anche dai cosiddetti hashtags scelti appositamente per attirare il tipo di clientela che potrebbe essere interessata al prodotto offerto.

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      Sito web di quinta generazione, facciamo chiarezza!

      Un sito web di quinta generazione è la più recente evoluzione nell’approccio alla progettazione web. Questa nuova generazione di siti web si concentra su diversi aspetti chiave: interattività avanzata, adattabilità, intelligenza artificiale e personalizzazione. A differenza dei siti web delle generazioni precedenti, che sono passati da semplici pagine statiche a piattaforme interattive e social, un sito di quinta generazione è progettato per offrire esperienze altamente personalizzate e intuitive agli utenti.

      L’interattività avanzata è uno dei punti focali di un sito web di quinta generazione. Questo significa che gli utenti possono interagire con il sito in modi più complessi e coinvolgenti. Ad esempio, potrebbero essere presenti elementi interattivi come animazioni, transizioni fluide, effetti visivi accattivanti e funzionalità avanzate di navigazione. L’obiettivo è quello di creare un’esperienza utente coinvolgente che tenga l’utente attivo e interessato al sito.

      Un altro aspetto chiave di un sito web di quinta generazione è l’adattabilità. Questo significa che il sito è in grado di adattarsi a diversi dispositivi e dimensioni dello schermo. Con l’aumento dell’utilizzo di smartphone e tablet per navigare in Internet, è fondamentale che un sito sia ottimizzato per essere visualizzato correttamente su diverse piattaforme. Un sito web di quinta generazione sarà quindi responsive design, cioè si adatterà automaticamente alle dimensioni dello schermo del dispositivo utilizzato dall’utente.

      L’intelligenza artificiale (IA) è un altro elemento importante di un sito web di quinta generazione. L’IA può essere utilizzata per migliorare l’esperienza dell’utente fornendo contenuti personalizzati in base alle preferenze e al comportamento dell’utente. Ad esempio, il sito potrebbe suggerire prodotti o servizi basati sugli interessi dell’utente o fornire raccomandazioni personalizzate in base agli acquisti precedenti. L’IA può anche essere utilizzata per fornire assistenza virtuale attraverso chatbot o assistenti virtuali.

      Infine, la personalizzazione è un elemento chiave di un sito web di quinta generazione. Questo significa che il sito si adatta alle preferenze e alle esigenze specifiche di ogni utente. Ad esempio, potrebbe essere possibile personalizzare la disposizione delle informazioni, i colori o i temi del sito in base alle preferenze dell’utente. Inoltre, il sito potrebbe memorizzare le preferenze dell’utente per offrire un’esperienza più personalizzata e rilevante ogni volta che l’utente visita il sito.

       

      In sintesi, un sito web di quinta generazione si concentra sulla creazione di un’esperienza utente altamente personalizzata e intuitiva, utilizzando le tecnologie più avanzate per coinvolgere, informare e assistere i visitatori in modo proattivo. Grazie all’interattività avanzata, all’adattabilità, all’intelligenza artificiale e alla personalizzazione, questi siti offrono esperienze online innovative che si adattano alle esigenze degli utenti moderni.

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      LE BASI

      CHI E’ IL TUO BRAND?

      Lo scopo di queste domande è indagare sulla salute generale del brand, i punti di forza e i punti deboli.

      Rispondere a queste domande costringerà il team ad avere una visione condivisa, concordare sulle ASSOCIAZIONI chiave del brand, definire gli obiettivi e il suo ruolo nel mondo.

      • Quali sono i nostri obiettivi macro di brand che guidano tutti i nostri sforzi?
      • Qual’è la nostra Visione?
      • Come possiamo descrivere il nostro brand in meno di 10 parole?
      • Se il nostro Brand non esistesse, cosa mancherebbe al mondo?
      • Quali sono i Valori fondamentali del nostro brand?
      • Cosa rappresenta il nostro brand?
      • Ci sono idee sbagliate sul nostro marchio?
      • Qual’è la PERCEZIONE topline del nostro marchio nel mercato? Quale vogliamo che sia?
      • Quali sono i punti di forza del nostro brand? Quali sono i nostri punti deboli?
      • Dove vogliamo che arrivi il nostro marchio tra 10 anni?
      • Quali sono state le attività di marketing cha hanno avuto maggior successo? Quali quelle che ne hanno avuto meno?

      MERCATO

      E’ molto importante comprendere l’attività del brand in relazione alla sua categoria e ai suoi competitor, perchè aiuta a determinare come un’azienda può differenziarsi.

      • Con CHI e con COSA competiamo?
      • Cosa ci differenzia nel mercato, sia a livello di Modello di Business che di PERCEZIONI del brand?
      • Quali sono le maggiori sfide aziendali nel nostro contesto competitivo?
      • Qual’è la nostra più grande Opportunità per diventare competitivi nel nostro mercato? L’ abbiamo già massimizzata?
      • Come è cambiata la concorrenza negli ultimi anni? E’ una buona cosa?
      • Siamo invidiosi di qualcuno?
      • Cosa offriamo che nessun altro fa? Cosa offriamo che ci rende diversi?
      • Quali sono i brand che ci piacciono?

      CONSUMATORE

      Conoscere gli utenti e renderli felici, non è un compito solo del marketing, ma di tutti i reparti. Sapere chi è il cliente tipo, cosa fa e perchè, cosa lo motiva e cosa apprezza, può dare molti spunti per innovare e trovare nuove soluzioni.

      • Come descriviamo il nostro cliente tipo? E come cambia in base ai diversi prodotti, categorie di prodotti che abbiamo?
      • Quale target vorremmo attrarre che oggi non stiamo o non riusciamo a coinvolgere? Qual’è l’Aspirational Target e quale il Sales Target? (Aspirational Target = è il segmento che si decide di ritrarre nella comunicazione perchè è il più aspirazionale in quella categoria di prodotto / Sales Target = sono tutti quei segmenti che vengono influenzati dall’Aspirational target)
      • Abbiamo problemi a coinvolgere nuovi segmenti di clienti? Se si, quali sono le frizioni principali?
      • Quali sono i segmenti più preziosi?
      • Cosa apprezza il nostro pubblico? A quale “Comunità” (sottocultura) fanno parte i nostri clienti?
      • Come ci conoscono, attraverso quali canali, i nostri potenziali clienti?
      • Quali sono state alcune delle nostre recenti iniziative di maggior successo che hanno allargato il bacino di utenza?

      CULTURA

      Per un’azienda avere una forte e ben definita cultura interna è fondamentale per rimanere a lungo rilevanti.

      • Come descriviamo il nostro brand in 3 parole?
      • Quali sono i punti di forza della nostra cultura interna? Quali i punti deboli?
      • Che tipo di leadership ha successo nella nostra azienda?
      • Quanto siamo propensi al rischio?
      • Cosa ci ispira?
      • A quale “Comunità” apparteniamo? Stiamo prendendo Valore o dando Valore a questa “Comunità”?
      • Di quale conversazione culturale vogliamo far parte? Come aggiungiamo Valore a questa cultura?
      • Quali sono le cosa più stimolanti che accadono nella cultura in questo momento? Chi guida queste cose?
      • Chi sono i personaggi di spicco?
      • Per cosa è disposto a pagare il consumatore moderno? Cosa cercano dai brand che acquistano?
      • Qual’è la lezione più importante che abbiamo imparato finora sulla nostra attività?
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      Taglio e cucito: i progetti moda su cartamodello

      3 STRATEGIE PRINCIPALI

      Potere al Contenuto

      La newsletter NON è uno STRILLONE, non e’ il momento in cui possiamo sparare nella folla le nostre IMPERDIBILI OFFERTE!!!!
      Una news letter  un’importantissima occasione per stabilire un contatto, una conoscenza un NICE TO MEET YOU con chi sta dall’altra parte dello schermo.
      Gli STRILLONI DI UN TEMPO non funzionano piu’, (forse non hanno mai funzionato). Un contatto e’ un contatto.. punto. Da quel momento in poi se nella vostra strategia siete stati in grado di catturare un NECESSITA’ dell’utente …. buoo, il messaggio ha compiuto il suo dovere.

      In caso contratrio E’ ASSOLTAMENTE INUTILE CONTINUARE A BOMBARDARE IL VOSTRO PUBBLICO CON MESSAGGIO E CONTINUE COMUNICAZIONI , l’unica cosa che otterrete e’ un unsubscribe da perte del vostro contatto. Non sparare a zero… non inviare tanto per. Alla fine la vostra mailing list contact si esaurira’….

      Copy per coinvolgere..

      Lo scopo principale è quello di accompagnare gli utenti verso una conversione reale, per questo devi  scrivere in ottica di  copywriting un messaggio 
      persuasivo in grado di scatenare un’attenzione e quantomeno incuriosire l’utente. Ovviamente la maggior parte delle aziende quest’operazione la commissiona ad un COPY professionista che opera soprattutto in ottica seo. Scrivere e scrivere in copy sono due mondi totalemete diversi

      L’oggetto!

      E’ il  primo obiettivo, Quello che crea un’attrazione e suscita  attenzione ed infine induca l’utente ad approfondire il discorso.

      NON FINIRE IN SPAM

      1) IL MAIUSCOLO È UNA COSA NON DIGERITA DAI SERVER SPAM
      2) ALT-TEXT DELLE FOTO. Sia il contenuto grafico interpretato da un Tool OCR che il name del file contribuiscono ai server a selezionare cio’ che viene ritenuto spam da un messaggio informativo
      3) Evita i link all’interno del testo, Utilizza un unico link di conversione da tool fornito dal software di invio mailing
      4) Una news al mese. Unmaggior numero di invii porta i WALL ANTISPAMa chiuderti immediatamente in BLACK list

      per ora puo’ bastare…
      PIU? INFO CONATTACI…o studia per conto tuo……

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      Social is a Funnel

      non scambiare il social per un mezzo di vendita.
      Qualsiasi social e' solo ed unicamente un Funnel (imbuto)

      Per molti clienti la ricerca e la scoperta avviene da più canali contemporaneamente.
      Il 69% del pubblico che effettua un acquisto in shop on line cerca recensioni.

      I social media tracciano percorsi d’acquisto online rendendo fondamentale adottare una strategia full-funnel che promuova la brand awareness e la domanda su più canali contemporaneamente.

      Riconoscere un problema o una necessità comporta una ricerca di ulteriori informazioni. A seconda del problema, la ricerca di informazioni può assumere diverse forme, tra le quali:

      1. Leggere recensioni online
      2. Chiedere consigli agli amici
      3. Cercare offerte
      4. Visitare negozi
      5. Fare una ricerca delle opzioni su Google

      Le strategie utilizzate per raccogliere informazioni tendono a variare a seconda dell’entità dell’acquisto.

      Decidere che avete fame, per esempio, potrebbe portare a una rapida ricerca dei ristoranti nella vostra zona.

      Scegliere a chi commissionare la realizzazione di una nuova piscina per la vostra casa potrebbe comportare fare chiamate, leggere recensioni online, visitare showroom e incontrare di persona potenziali venditori.